Lungo i cammini sono presenti numerosissimi luoghi nei quali poter dormire: nel 2014 sul Camino Francés erano circa 470.  Normalmente i pellegrini utilizzano gli albergue, da non tradurre in italiano con il termine “albergo” ma piuttosto con “ostello” o “rifugio”. Sono anche chiamati refugios, hospitales.
L’albergue è di dimensioni variabili, da dieci a un centinaio di posti e oltre.

Queste strutture sono dotate di camerate con letti a castello (literas), più raramente di lettini singoli (camas), oppure di camere private con o senza bagno (habitaciónes) per le quali viene chiesta in genere una tariffa superiore. I letti sono provvisti di materasso (colchón), cuscino (almohada), e, a richiesta, coperte (mantas).   Sempre più frequentemente vengono distribuiti set composti di lenzuolo e federa in tessuto/non tessuto monouso.  Ci sono quasi sempre coperte a disposizione ma, per motivi igienici e per la non certezza di poterne usufruire, è necessario avere un sacco a pelo.   D’estate lo si può sostitiure con il sacco/lenzuolo ma io consiglio comunque il sacco a pelo: si possono trovare anche d’estate nottate fredde.

Ci sono servizi igienici con docce calde e generalmente c’è un locale adibito a cucina/soggiorno, con tavolo, sedie, fornello, lavandino, piccola dispensa, stoviglie. Non sempre però è presente il servizio di cucina. In Galicia gli albergue regionali hanno la cucina, ma non pentole e stoviglie. Spesso c’è una vaschetta per lavare i panni o una lavatrice / asciugatrice a gettone. Sempre c’è una zona per stendere il bucato ad asciugare.

Alcuni sono sempre aperti, ma di solito l’apertura avviene in orari variabili a partire dalle 12.  Si è accolti da un hospitalero che appone il sello (timbro) sulla credenziale (vedi pagina a parte), trascrive le generalità del pellegrino sui registri dell’albergue e assegna il posto letto o comunque indica le regole per l’utilizzo dell’albergue. Generalmente le procedure di accoglienza sono rapide.  In alcuni casi l’accoglienza è più curata: può capitare di fare la fila per aspettare il proprio turno. In alcuni albergue il pellegrino diventa membro di una comunità e viene coinvolto nelle attività e nei suoi riti: per chi apprezza sono le esperienze più intense del cammino.

Gli albergues possono essere classificati in due fondamentali categorie:

A) STRUTTURE “PUBBLICHE”

E’ improprio chiamarle “pubbliche” ma intendo riferirmi a strutture gestite per dare accoglienza, non per creare reddito.  Appartengono a questa categoria gli albergues:

  • comunali e della Xunta (la regione) de Galicia.   In questi albergues l’hospitalero è un dipendente o incaricato il cui compito è assegnare i posti, riscuotere il pagamento, pulire la struttura.   In queste strutture non viene preparata la cena da parte dell’hospitalero.  Non bisogna aspettarsi accoglienze particolarmente calorose anche se ci sono eccezioni: dipende ovviamente dalla singola persona.
  • facenti capo a strutture religiose (conventi, parrocchie).   Solitamente questi albergues sono gestiti da volontari facenti capo alla singola parrocchia o affidati ad associazioni come quella degli “hospitalero voluntarios”.   Vedi http://caminosantiago.org/cpperegrino/hospitaleros/iniciativa.asp   In queste strutture viene spesso praparata, con il contributo dei pellegrini stessi, una cena comunitaria.   Spesso nel pomeriggio o dopo la cena vengono proposti incontri con scambio di pensieri, di riflessioni, ma anche per cantare, per condividere emozioni.    Può essere richiesta una precisa tariffa ma in generale viene richiesto una semplice “donativo”, una libera offerta a discrezione dei singoli pellegrini.   Attenzione: libera offerta non vuol dire che l’albergue è gratis!!!   L’attività è svolta gratuitamente dai volontari ma il mantenimento della struttura e la preparazione della cena e la colazione costa: stabiliamo quindi liberamente l’importo da offrire ma siamo consapevoli che quello che lasciamo servirà per dare accoglienza e ospitalità a chi verrà dopo di noi.
  • di proprietà o comunque gestiti da Associazioni di amici del cammino, spagnole o straniere.   Anche questi albergues sono generalmente gestiti da hospitaleri volontari ma, tranne qualche eccezione, viene praticata una tariffa fissa.   Non viene di solito preparata la cena

In queste strutture non è possibile, solitamente prenotare.    Salvo casi particolari è ammesso dormire una sola notte.   Le tariffe (dati anno 2014) oscillano fra i 5 e i 10 €.    In alcune viene data priorità ai pellegrini a piedi rispetto a quelli in bicicletta, i quali vengono accettati solo dal tardo pomeriggio, quando si ritiene che i camminanti siano già arrivati.

B) STRUTTURE PRIVATE

Questa categoria è in netta e continua espansione in questi ultimi anni e segue costantemente la crescente rapida richiesta di posti letto da parte dei pellegrini.   Sono strutture spesso a conduzione familiare, gestite per fornire un secondo reddito rispetto alla principale attività.
Le tariffe oscillano fra i 7/8 e i 12 €.  Spesso sono disponibili, dietro corresponsione di un supplemento tariffario, servizi di livello superiore: camere singole o doppie, lenzuola, bagno privato ecc.     Spesso si può cenare e fare colazione, a prezzi di solito modici.  Il livello di servizio è talvolta, ma non sempre, migliore rispetto alle strutture “pubbliche”.   In questo tipo di strutture si riceve di solito una accoglienza corretta e sollecita: non ci si deve attendere però il calore e la cura riscontrabile in molte stretture “pubbliche”, nelle quali operano volontari appassionati del cammino.   Attenzione però a non generalizzare: la qualità dell’accoglienza dipende dalla carica umana della singola persona preposta.

Negli albergues privati si può prenotare e normalmente (si fa eccezione solo nelle città più grandi) viene preparata anche la cena e la colazikone.

Si può trovare alloggio, chiedendo nei paesi, anche presso:
case private – alcune famiglie ospitano in casa loro pellegrini a titolo privato: le tariffe sono più elevate
hostal – sono alberghi veri e propri, ma a prezzo modico
casas rurales – analoghi ai nostri bed & breakfast

Nella pagina seguente fornisco elendo degli albergues del Camino Francés, molto aggiornato perché fatto a tappeto nel corso del 2014.

COMPORTAMENTO NEGLI ALBERGUES

Gli albergue municipali, parrocchiali e di associazioni non sono strutture turistiche nate per scopi commerciali. Entrandovi, il pellegrino diventa “ospite”, non “cliente”. Ne consegue che si devono tenere comportamenti adeguati:

  • usare il verbo “chiedere” piuttosto che “pretendere”;
  • rispettiamo le strutture e, se possibile, lasciamole in condizioni migliori di quelle in cui le abbiamo trovate, magari prendendo l’iniziativa di  pulire e mettere ordine, senza farlo pesare a nessuno;
  • rispettiamo gli orari indicati, che sono dettati dalle necessità del riposo di tutti e dalle esigenze dell’hospitalero;
  • se prevediamo di alzarci molto presto sistemiamo lo zaino la sera prima e, al risveglio, prepariamoci senza dare disturbo a chi dorme ancora;
  • accogliamo sempre con cordialità chi viene dopo di noi, così come vorremmo essere accolti;
  • teniamo pulito il corpo e gli indumenti, per rispetto verso noi stessi e verso chi ci sta vicino;
  • evitiamo di spargere le nostre cose occupando più spazio di quanto occorra e curando di lasciare liberi i passaggi per chi si alza durante la notte;
  • in caso di comportamenti che riteniamo sbagliati, facciamolo  notare cortesemente: sbuffare e tenersi dentro il mugugno non fa bene a nessuno;
  • l’acqua calda fa piacere a tutti: cerchiamo di non sprecarla e di lasciarne agli altri;
  • se abbiamo informazioni importanti diamone notizia nella bacheca dell’albergue;
  • alcuni albergue non garantiscono molta privacy: ci si trova spesso in condizioni di promiscuità; comportiamoci quindi con discrezione, evitando di guardare gli altri con insistenza e di esibirci inutilmente.