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In cammino … verso il Cammino di Santiago – Decima edizione

Insieme per trovare la strada giusta.   Prepararsi all’esperienza del Cammino

10 e 11 marzo 2018 – Sarzana (SP) – Centro “La Missione” – Via Carducci

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  • Il cammino di Santiago.   Cos’è di preciso?   E’ un pellegrinaggio cristiano o è un trekking?  
  • Cosa mi aspetta? Cosa incontrerò? Sarà un’esperienza positiva? Cosa mi può dare?  Ne varrà la pena? 
  • Ce la farò? Sarà troppo faticoso? Sono troppo anziano per farlo? Mi devo allenare?
  • Ma occorre percorrerlo tutto?    O basta fare gli ultimi km?
  • Una donna può andare sola? Ci sono rischi, pericoli?
  • In che periodo andare?   Andare soli o in compagnia? Bisogna rivolgersi ad una agenzia di viaggi? Bisogna prenotarsi?
  • Quanti km si faranno ogni giorno?   E dove si dorme?   Quanto soldi occorrono?   Io non so lo spagnolo: avrò problemi?

Queste sono solo alcune delle mille domande che si fa chiunque si chiede se affrontare questa esperienza.  Questo incontro, giunto alla decima edizione, ha per obiettivo quello di dare qualche risposta, di orientare chi sta progettando il suo cammino, di fare chiarezza su informazioni sbagliate e idee fuorvianti che purtroppo girano, soprattutto sulla rete.

L’incontro sarà tenuto da Luciano Callegari, titolare del sito www.pellegrinando.it.

E’ articolato in due giornate per potere senza affanno e sotto diverse angolazioni esaminare le varie tematiche del Cammino e dare spazio alle domande dei partecipanti.

I partecipanti potranno scegliere se dormire presso strutture ricettive presenti nelle vicinanze (verrà in seguito fornito un elenco) o dormire e cenare presso la struttura stessa che ospita l’incontro.

Nella struttura sono disponibili locali riscaldati, bagni e docce ma non sono a disposizione letti: ciascuno dovrà provvedere a portarsi sacco a pelo, brandina o materassino.    Per chi ne è sprovvisto posso mettere a disposizione un numero limitato di materassini (circa 10: farne richiesta all’atto dell’iscrizione).  Consiglio di fruire di questa opportunità se si vogliono contenere i costi e per favorire la socializzazione dei partecipanti.  D’altra parte la condivisione del luogo in cui si dorme anticiperà una situazione comune in cui ci si troverà costantemente negli ostelli del Cammino.

Il numero massimo di partecipanti all’incontro è di 120.   Il numero massimo di posti disponibili per cena e alloggio è di 50.    Per ragioni di sicurezza e di ricettività della struttura i numeri massimi indicati saranno rigorosamente rispettati.

Questo il programma di massima:


sabato 10 marzo

14:00  Apertura dei lavori.   Programma della giornata.   Introduzione al tema.
14:30  Il Cammino di Santiago.  La storia.  Il pellegrinaggio antico e quello moderno.  Cosa ha di speciale?  Cammino o trekking?  Cosa ci si deve aspettare.   Le opportunità che offre.   Un cammino verso l’essenzialità.  Pellegrini o turisti.   Approfondimenti sui temi generali del cammino.
16:30 circa  Pausa
17:00  Presentazione delle foto di un cammino completo.   Le foto saranno commentate e con l’occasione saranno fornite informazioni sui luoghi, sulle caratteristiche e specificità del cammino
19:00/19:30  Chiusura dei lavori.
A seguire iniziative da definire (farò delle proposte)


domenica 11 marzo

08:00  Gli aspetti organizzativi e pratici: l’allenamento, la scelta delle attrezzature, il viaggio di avvicinamento, i soldi, la credenziale, la scelta del periodo, ecc.
Libero dibattito
12:00/12:30  Chiusura dell’incontro


La partecipazione all’incontro è gratuita: sarà richiesto solo un contributo per le spese della cena e una libera offerta a favore della struttura che ci ospiterà.

Per evidenti esigenze organizzative è indispensabile prenotarsi tramite email all’indirizzo  incontri@pellegrinando.it   indicando:
– Nome e cognome
– Data di nascita
– Luogo di provenienza
– Indirizzo email e numero di telefono
I posti verranno assegnati in ordine di iscrizione fino ad esaurimento delle disponibilità.
Successivamente saranno fornite informazioni più dettagliate sulle modalità per raggiungere la struttura, sui luoghi alternativi in cui dormire, su quanto si renderà necessario far conoscere.

noscere.

Cammino di Santiago – Società per azioni – un articolo di Paco Nadal

Paco Nadal è un giornalista, scrittore, fotografo naturalistico, blogger spagnolo.  Ha 57 anni.   Tiene una rubrica di viaggi sul Pais, il più prestigiosa quotidiano spagnolo.   Ha scritto per l’editore Pais-Aguilar la prima e più completa e importante guida spagnola del Cammino Francese e della Via de la Plata.  Ha scritto recentemente sul Pais un articolo nel quale mette in grande evidenza alcune trasformazioni avvenute negli ultimi anni sul Cammino Francese.   Per chi lo vuol leggere in originale ecco il link: Nadal-El Pais   E’ un bell’articolo, ricco di spunti di riflessione, scritto da persona autorevole.  L’ho tradotto e lo metto all’attenzione dei frequentatori del sito.


Cammino di Santiago – Società per azioni
In appena una decina d’anni la più famosa delle vie jacobee è divenuta commerciale fino a limiti insospettabili. Il Cammino Francese è un gigantesco business che può morire del suo stesso successo

Ho percorso per la prima volta il Cammino di Santiago nel 1994: era ancora febbraio, pieno inverno. Ricordo ancora che mi aveva sorpreso la solitudine che avvolgeva il Cammino, la scarsezza di infrastrutture.  Km e km senza un bar dove comprarti un panino o un albergue dove riposarti.   O pianificavi più che bene la tappa o finivi per dormire sotto il portico di una chiesa.  Le poche persone che aiutavano i pellegrini lo facevano in modo disinteressato. Naturale quindi accettare di buon grado queste poche cose ricevute perché calzava proprio bene la massima jacobea “il peregrino non pretende, ringrazia”.  Da allora sono tornato sul Cammino quasi ogni anno, anzi, ai Cammini, come autore di guide pubblicate dalla casa editrice del Pais e ho sperimentato di prima persona la trasformazione del cammino a Compostela.   In quel lontano 1994 c’erano 70 albergues negli 800 km del Cammino Francese.  La scora estate ne ho contati 400.   Il caso più emblematico è Sarria dove sono presenti … 27 albergues!!!   I pellegrini comportano un flusso continuo di denaro passando davanti alla tua casa.   Chi resiste dall’approfittare di questa manna dal cielo?
Però questo mercantilismo porta il cammino a perdere la sua intima essenza.

Albergues privati
Se c’è qualcosa che ha trasformato il Cammino Francese negli ultimi anni questo è stata l’apparizione e il diffondersi degli albergues privati.  Nei paesi dove prima c’era solo l’albergue municipal o di qualche associazione di amici del cammino ora se ne contano a decine.   Nessuno ha voluto lasciar passare inutilmente la gallina delle uova d’oro che camminava davanti alla tua porta.
Chiunque in un paese aveva un casermone vecchio e in rovina attraversato dalle frecce gialle lo ha riconvertito in albergue.   O, per dire meglio in “hostel”.   Perché la maggioranza di questi nuovi albergues privati somigliano più agli ostelli di qualsiasi città europea che al tradizionale albergue per pellegrini.  Un dato: Reliegos, piccolo paese vicino a León, che nel 2010 aveva solo un semplice albergue municipal ora ne ha 6!   E neppure rientra fra i fine tappa tradizionali.

Il business è la cucina
Il grande business degli albergues privati sta nella cucina.   Se arrivi in un paese dove ci sono solo 3 albergues e nessun negozio in cui comprare il pane ti troverai prigioniero dell’alloggio perché costituisce l’unica possibilità per cenare quella notte e per fare colazione il giorno seguente.  In questo modo l’incasso medio per una persona ammonta a 23 € (10 per dormire, 10 per cenare e 3 per la colazione). Come riconoscevano senza pudore molti proprietari “mettere la cucina a disposizione dei pellegrini (come è solito trovare nei vecchi albergues) sarebbe controproducente per i miei affari: quelli cucinerebbero da soli e non mi comprerebbero il menu.
E’ vero peraltro che questo tipo di albergues privati sono di solito nuovi e offrono in genere migliori servizi rispetto a quelli pubblici.

Attività stagionali
Altra differenza è il periodo di apertura degli albergues.  Il 90% apre da marzo a novembre o dalla settimana santa alla fine di ottobre, il periodo dove c’è il maggior numero di pellegrini.   Per i privati non val la pena aprire d’inverno per 1 o 2 persone che si presentano … che se ne vadano!!
Il riscaldamento costa molto.   “Non apriamo per questo motivo” confessava un proprietario.   Un atteggiamento razionale dal punto di vista imprenditoriale ma che lascia molto a desiderare se pensiamo che questo è un cammino di pellegrinaggio.   E’ la lamentela di molti ospitaleri di strutture municipali e di volontari che prestano servizio in strutture pubbliche: “In novembre restano aperti solo gli albergues dove ci si prende a cuore i pellegrini.  Se passi qui un giorno in inverno capirai quali albergues sono interessati ai pellegrini e quali ai soldi”.

Per una freccia gialla nella tua via
“Alla fine tutto si riduce a sapere dove vanno quelle maledette frecce galle” esclama la titolare di un bar alla quale avevano ridipinto di nero le sue per attrarre i pellegrini verso altri bar.   Il tema non è nuovo: l’ho riscontrato una infinità di volte in questi anni. Ma ora che l’offerta si è moltiplicata il problema è molto più evidente.   E’ comune vedere frecce mal dipinte, ridipinte, ridipinte ancora … che indicano albergues, bar, negozi.  Sono comuni gli attriti, incluso i litigi fra i proprietari, per deviare le frecce gialle in modo da che passino dalla loro porta e non da quella giusta.  O anche per rendere più vicino il tuo locale.  L’equazione è semplice: se ce l’hai in centro del paese io lo apro due strade prima.   Poi un altro lo apre all’inizio del paese,  L’ubicazione è importante: in luoghi con diversi albergues si riempie sempre prima quello che appare per primo.  E’ logico, il pellegrino non sa se sarà libero quello più avanti e inoltre avrà i piedi stanchi e vorrà andare presto a riposarsi.

Peggio nei bar e nei ristoranti
Un pellegrino veterano, con molti cammini alle spalle, mi raccontava recentemente che gli dispiaceva vedere come trattavano i pellegrini in alcuni bar e ristoranti. “Negli albergues è più facile trovare cortesia, ma molti bar e ristoranti ora che sono arrivati al business trattano male i pellegrini.    Accade lo stesso che negli aeroporti: sanno che si tratta di clientela per così dire prigioniera e che non ritorna”.   L’esempio mi è sembrato perfetto: se ogni giorno sai che passeranno dal tuo esercizio 200, 300 o 500 persone che poi non torneranno – che li tratti bene o male o che fai quello che fai – domani ne avrai altri 200, 300 o 500 nuovi a ricominciare il ciclo … la tentazione di non stare attenti alla forma o alla sostanza del tuo servizio costituiscono una forte attrattiva.

Anche i pellegrini sono cambiati
Tutta la responsabilità di questo cambiamento non va cercata solo in chi ha una attività commerciale. Alla base del capitalismo c’è la legge della domanda e dell’offerta.  Se esiste quella offerta è perché ogni volta c’è gente che la chiede.   La enorme diffusione del pellegrinaggio a Santiago ha fatto sì che il più famoso dei Cammini, il Francese, si sia convertito in un pellegrinaggio di gente “variopinta”.  Non tutti sono disposti a dormire in un albergue con altre 60 persone che magari puzzano di piedi e di sudore e nel quale alle 4 della notte cominciano ad alzarsi i frettolosi di turno e a far rumore con i sacchetti di plastica che ti senti prudere le mani …
Per questo il vero business sono le camere doppie.  Molti privati hanno a disposizione camere con o senza bagno: molti altri hanno intenzione di andare a ridurre la zona con letti a castello per realizzare più camere doppie.  “Non ci si fa un bel guadagno ad ospitare 4 o 5 o 6 persone a 10 € l’una. Il guadagno è la doppia, che si offre a 40 €” confessava un’altra proprietaria”

Pellegrini WIFI
La mia prima guida del Cammino (1999) includeva fra le informazioni pratiche il fatto che un paese avesse o no la cabina del telefono.  Che tenerezza: sembra che sia stata scritta nel Giurassico!   Ora la prima cosa che chiede un pellegrino quando arriva all’albergue è “c’è il WIFI?”.  C’è ormai dappertutto, ad eccezione di qualche municipale o parrocchiale.  Ad esempio, c’è in tutti gli albergues della Xunta de Galicia.   E c’è anche in luoghi sperduti, dove sembra incredibile che arrivi la copertura.  La prima cosa che vedi all’entrata all’albergue è il simbolo della connessione e la parola PASSWORD.
A pensarci bene non è neppure strano più di tanto: il cammino, o almeno il modo di affrontarlo, è cambiato come è cambiata la società.  Un tempo si pensava che se volevi fare il Cammino andavi in cerca di silenzio, di solitudine, di un dialogo con te stesso.  Ora se passi davanti a un bar, a un dehor, a un albergue vedi tutti (o quasi) che stanno, soli o in gruppo, a guardare lo schermo del telefono.   Non critico questa cosa (anch’io guardo troppo spesso il mio cellulare): dico solo che questa è la realtà.
L’aspetto più negativo dell’irruzione dei cellulari – e di questo di lamentano molto gli autentici hospitaleri – è che prima i pellegrini si relazionavano negli spazi comuni, condividevano esperienze, parlavano di vesciche, di cani che abbiano, di sentieri fangosi, ecc. Ora stanno appesi a Whatsapp.

Tutto organizzato
La sensazione generale è che tutto sia troppo concordato, troppo studiato, troppo organizzato.   Si riserva con Booking, si mandano email per richiedere il letto, ci si connette a Facebook per chiedere il posto negli albergues.  E’ disponibile una offerta in Internet che ti organizza tutto il cammino: tu dici quanti giorni hai e quanto vuoi pagare: loro ti riservano gli albergues e si incaricano del trasporto delle valige tra i punti di pernottamento.  Paghi via via e sai già dal primo momenti quali tappe farai, dove dormirai, ecc.  Non hai alcun margine per l’improvvisazione.

Il pellegrino pretende o ringrazia?
Un’altra sensazione generalizzata tra gli hospitaleri veterani: il pellegrino pretende ogni volta sempre di più, come se si trovasse in un mercato libero dove c’è offerta e domanda di servizi.   Prima il pellegrino ringraziava per quello che aveva, si sistemava dove poteva, accettava le situazioni che trovava.  Oggi i pellegrini sanno che gli albergues sono lì per alloggiarli e utilizzano questa abbondanza di offerta per contrattare migliori condizioni.  E’ un cane che si morde la coda: se in un pellegrino solo vedi un cliente al quale spremere soldi non puoi aspettarti comportamenti di gratitudine come quelli che si avevano un tempo.   Se tratti il pellegrino come un biglietto da 20 €: allora il pellegrino esigerà servizi per 20 €.

Pellegrini Lonely Planet
Un altro profilo di camminante che sta contribuendo al cambio: quello del giovane nordamericano, australiano, neozelandese o centroeuropeo che viene da saccopelista a vivere un esperienza di anno sabbatico, cercando avventura e di conoscere gente.  Arrivano sempre di più giovani stranieri a fare il cammino alla stesso modo con cui farebbero un altro viaggio in sacco a pelo nel sudest asiatico.   Alla fine è un modo di visitare la Spagna mangiando, bevendo e dormendo ad appena 20 € al giorno.  Un’offerta imbattibile, che però contribuisce a sviare il senso di esperienza umana del pellegrinaggio.

Hospitaleri volontari, lo spirito del Cammino
C’è una istituzione che merita l’elogio: quella degli Hospitaleros Voluntarios.   Persone anonime che dedicano il loro tempo libero a gestire albergues a volte parrocchiali, a volte municipali o di associazioni di amici del cammino.  Fanno turni di 15 giorni e offrono una accoglienza nel più puro senso cristiano della parola.   Di solito sono albergues a donativo, dove si dà ai pellegrini colazione e cena in modo comunitario.   Certo è che sono anche luoghi molto più austeri del resto degli albergues privati: si dorme a volte in materassi a terra; molti di questi non hanno riscaldamento, alcuni non hanno l’acqua calda; però la sensazione di accoglienza e di benvenuto supplisce senza dubbio al resto delle carenze logistiche

Volontarietà non significa gratuità
Il problema in questi non numerosi luoghi che richiedono un semplice donativo è che la gente confonde la volontarietà con la gratuità.  “Quello che incassiamo dai donativi appena ci basta per la cena”, confessavano alcuni di questi hospitaleros voluntarios in uno di questi albergues.   “La gente è solita lasciare molto meno denaro di quello che pagherebbe per lo stesso servizio in un esercizio privato.  Alcuni – una minoranza – non danno di più perché davvero non ne hanno.  Ma in altre occasioni la gente viene qui sapendo che può lasciare 2 o 3 € e mangiare, fare colazione e dormire senza che nessuno gli trovi da dire per quel poco che ha lasciato.”

Alla fine … rimane qualcosa dello spirito del Cammino?
Certamente sì.   Continua ad essere una avventura personale consigliabile.   Appena la inizierai troverai persone meravigliose, hospitaleros che sentono ancora il cammino come forma di servizio agli altri e a molti altri pellegrini che vanno verso Compostela con spirito religioso, di meditazione, di ricerca personale o semplicemente umana.   Il Cammino di Santiago è sempre vivo dopo 12 secoli, ha sofferto momenti di gloria e di oblio, ha fatto ripopolare territori e ha diffuso arte e cultura e fin dalle sue origini è stato una via di commercio.  Chi l’ha detto che non sopravvivrà a questa nuova era digitale?
Esistono tanti cammini a Compostela quanto sono i camminanti.  Ognuno comincia a scrivere il suo non appena mette il piede fuori dal portone di casa,   Per questo ci saranno sempre pellegrini che affronteranno l’avventura di vita di andare a Santiago ringraziando, non pretendendo.

Paco Nadal

Notizie e curiosità dal Cammino – n. 5

A NAVARRETE IN ATTO UNA CONTROVERSIA SUL TRACCIATO ORIGINALE DEL CAMMINO

Navarrete è un paese della Rioja  Si sviluppa attorno ad un colle roccioso.
Chi fa il camino Francés vi arriva da est: le frecce lo portano a salire nella parte antica incontrando presto una biforcazione: il ramo di destra è Calle Mayor, quello di sinistra Calle de la Cruz.  La scorsa amministrazione aveva fatto segnalare il Cammino facendo apporre su Calle Mayor mattonelle raffiguranti una conchiglia.   Questo aveva provocato le proteste dei commercianti di Calle de la Cruz che si sentivano penalizzati nei loro affari.

Dopo le elezioni si è insediato un governo locale di diverso orientamento politico che, per mettere d’accordo tutti, aveva fatto rimuovere le mattonelle e aveva fatto installare vari totem informativi nelle due strade che illustravano i vari luoghi di interesse: uno stava proprio alla biforcazione delle strade; in questo modo i pellegrini potevano seguire una delle due strade, a loro piacimento.

Un gruppo di cittadini ha protestato e ha presentato una petizione.   In questo modo – affermano – i pellegrini si sentono disorientati non sapendo bene quale calle prendere e finiscono per percorrere Calle de la Cruz, il cui imbocco è più agevole.  Si ricollochino quindi le vecchie mattonelle lungo il tracciato storico Calle Mayor e non si dia spazio alla maggioranza dei commercianti del paese che stanno, guarda un po’, proprio su Calle de la Cruz.

Epilogo. la Dirección General de Cultura y Turismo de La Rioja ha comminato una multa di 120.000 € al comune di Navarrete che sta ora studiando le strade giuridiche per evitare questa multa non prevista e onerosa per le casse comunali.

 

SANZIONE AL COMUNE DI REDECILLA DEL CAMMINO PER AVER ASFALTATO UN TRATTO DI CAMMINO

La Giunta della regione Castilla y León sanzionerà con una multa di 150.000 € l’amministrazione comunale di Redecilla del Camino, piccolo paese sul Camino Francés, por avere asfaltato il tratto di Cammino che dà accesso al paese di 700 metri .   Il fatto era stato denunciato dalla Fraternidad Internacional del Camino de Santiago.

Il tratto, lungo 700 metri, è stato realizzato senza l’approvazione della Dirección General de Patrimonio.

 

EL CAVINO: CHE SIGNIFICA?

Semplice: è la contrazione di “camino del vino“.   Sì, perché qualcuno ha lanciato una iniziativa che mette assieme alcuni luoghi del cammino con le principale cantine di vino spagnole.  Negli ultimi anni si sono svolte tre edizioni.   Si tratta di sei tappe dei cammini Francese, di Levante e di Inverno, quindi non consecutive, nelle quale i partecipanti in gruppo camminano concludendo la tappa in famose cantine situate in zone di produzione di vino DOC: Rioja, Ribera del Duero, Toro, Bierzo y Ribeira Sacra.   Qui visitano le aziende e degustano le varie qualità di vino prodotte.  Naturalmente l’organizzazione pensa ai trasporti sino all’inizio di ogni tappa, alla cena in ristoranti adeguanti, al soggiorno in hotel di lusso.   Costo: 1090 €.
Non siamo quindi di fronte a caminantes ma a cavinantes.   Mah!

 

EL COCIDO MARAGATO

Astorga è il principale centro della comarca (territorio subprovinciale) della Maragatería, che prende il nome dai “Maragatos”, un gruppo etnico che vive nel nord-ovest della Spagna, un tempo nomade, con identità e tradizioni molto forti, e di origini sconosciute: forse cartaginesi, o berbere o celtiche. Strano questo nome: fra le diverse ipotesi questa sembra la più plausibile. Un tempo queste popolazioni erano commercianti / trasportatori specializzati a portare il pesce dalla Galicia (dal mar) a Madrid (los gatos – soprannome dei madrileni).
Famoso è il piatto locale chiamato cocido maragato, uno stufato fatto con molti tipi di carne (da 7 a 10), cavoli, patate e ceci.  La particolarità è che il piatto viene servito al revés (al contrario): prima la carne, poi i vegetali e infine la zuppa (brodo più fideos – pasta sottile).  Questa usanza ha origine, si dice, dall’usanza dei trasportatori maragatos di portare con sé, durante i viaggi, una pentolino di legno nel quale riponevano carne cotta.  Giunti alla locanda si mangiavano la carne (fredda naturalmente) e poi, per sistemare lo stomaco, chiedevano una zuppa calda.
Naturalmente i pellegrini non lo trovano indicato nel menu del dia ma ad Astorga ci sono diversi ristoranti che propongono questo piatto.  Il luogo per eccellenza del cocido maragato è però Castrillo de los Polvazares, un caratteristico paese a 7 km da Astorga, a brevissima distanza dal Cammino, nella tappa che porta a Rabanal.

 

CRESCE L’IMPORTANZA DELLA VARIANTE ESPIRITUAL DEL CAMMINO PORTOGHESEtracciato

Il Cammino Portoghese è in realtà una rete di cammini che parte da varie località innestandosi sul cammino principale o che da questo si diparte per riunirsi in seguito. Chi percorre il cammino Portoghese arriva a Pontevedra e prosegue per Padrón, l’ultimo punto tappa prima di arrivare a Santiago.
Da alcuni anni è stata tracciato un altro itinerario che da Pontevedra piega a sinistra raggiungendo la ria de Arousa a Vilanova de Arousa.  Di qui si può proseguire in barca o a piedi sino a Padron riprendendo il Cammino principale.

Questa variante è chiamata Espiritual e intende riprendere il percorso che, secondo la leggenda, seguì la barca che trasportava il corpo di San Giacomo che si inoltrò nella Ria de Arousa e sbarcò nel porto della città romana di Iria Flavia per proseguire poi verso l’interno.

Maggiori informazioni sul sito Caminosantiago.org

 

Fuegos del Apostol a Santiago: un evento spettacolare

Per la festa di San Giacomo si svolgono in tutta la Spagna cerimonie religiose ed altri festeggiamenti di vario tipo: teniamo conto che San Giacomo / Santiago è patrono nazionale.

A Santiago de Compostela naturalmente i festeggiamenti sono solenni.   È tradizione che la sera del 24, al termine dei festeggiamenti, ci sia uno spettacolo di fuochi d’artificio.   In diversi anni i fuochi sono stati preceduti dalla proiezione sulla facciata della cattedrale di immagini e filmati in 4D: è uno spettacolo grandioso, incredibile, impossibile da descrivere.

Particolarmente spettacolare è stato quello del 2012: vene rappresentata la storia della cattedrale nei secoli, il pellegrinaggio attraverso i secoli, i principali simboli jacobei.   La proiezione viene fatta da 12 proiettori con tecnica avanzata 4D.  E’ visibile su Youtube a questo indirizzo:  https://www.youtube.com/watch?v=uWi44jKQUjc&t=252s.

Per una migliore consiglio di guardarlo a tutto schermo su un monitor grande: su uno smarphone non si riesce ad apprezzare.   Se poi si dispone di una connessione veloce consiglio vivamente di impostare la finestra di Youtube sulla migliore risoluzione possibile: cliccare sull’icona in basso a destra e selezionale 1080p (vedi immagine accanto).

Su youtube sono disponibili anche i filmati del 2014 e del 2015

2014 – https://www.youtube.com/watch?v=cLifUofsFsE&t=5s2015

2015 – https://www.youtube.com/watch?v=l_K9M_Awhp8&t=592s

Cammino intero o solo una parte? approfondiamo il problema

In Spagna i cammini che portano a Santiago sono molti.  Possiamo dividerli in due categorie: quelli che arrivano direttamente a Santiago e quelli che si immettono nei cammini principali e possono quindi essere considerati delle varianti di accesso.
Il mio pensiero, lo dico espressamente sul sito e lo ripeto a quanti mi scrivono chiedendomi una mia opinione, è che ogni cammino ha una sua identità e dovrebbe essere percorso dall’inizio, nella sua interezza.
Ma i pellegrini che fanno realmente? E in che misura?  Per saperlo occorre prendere in esame i dati statistici pubblicati dalla Oficina de Peregrinos di Santiago sulla pagina:  https://oficinadelperegrino.com/estadisticas/.  Sono disponibili i dati mensili di affluenza ed anche dei riepiloghi annuali.
I dati forniti riguardano i pellegrini che arrivano a Santiago e che si recano alla Oficina de Peregrinos per richiedere la compostela.  Non sono quindi compresi quelli che non richiedono la compostela: chi ne ha già altre spesso non la richiede (tranne naturalmente  i “collezionisti”).   Sfuggono alla rilevazione anche quelli che percorrono solo alcuni tratti intermedi di cammino e che non arrivano quindi a Santiago così come non è rilevato il numero di chi compie il cammino in più anni utilizzando la stessa credenziale.
Pur con questi limiti i dati forniti sono comunque interessanti.   Purtroppo però sono già raggruppati i grandi categorie e non è possibile fare statistiche che l’Oficina non ha previsto: non sono messi a disposizione i dati di base sui quali poter fare statistiche personalizzate.   Si sa, ad esempio, quanti sono gli italiani che hanno ottenuto la compostela ma non si ricava quali cammini hanno percorso.
Tuttavia, pur con questi limiti, qualche dato ulteriore è possibile conoscere.   Partendo dai dati forniti ho fatto una statistica ricavando, per ogni cammino, la località di partenza: è possibile vedere quanti siano i pellegrini che percorrono l’intero cammino, quanti si aggiungano in località intermedie, quanti percorrano solo gli ultimi 100 km.  La attendibilità dei dati è elevata anche se nelle tabelle prese in esame sono presenti alcuni evidenti errori, che però riguardano un numero limitato e non inficiano quindi la validità complessiva dei dati.
Qui di sotto riporto un grafico per i principali cammini esprimendo qualche breve commento. Cliccando sulla miniatura il grafico potrà essere visto nelle dimensioni reali, più leggibili.


Cammino FranceseFrancese
E’ significativo il numero di pellegrini che iniziano il cammino dalla propria casa o da altri luoghi: in maggioranza sono francesi che iniziano dai Santuari di Le Puy o Vezelay ma sono presenti molti italiani, russi, tedeschi, ecc.
La percentuale dei pellegrini che inizia a Saint Jean Pied de Port / Roncesvalles o prima è comunque relativamente bassa: 25,4%.   Lungo il cammino se ne aggiungono alcuni ma il grosso inizia a Leon.  Il boom si ha, come noto, in Galizia: da località fra il Cebreiro e Sarria parte il 42,9% dei pellegrini.


Cammino del NordNord
Un poco più alto, ma nemmeno poi di tanto, il numero dei pellegrini che inizia il cammino a Irun / San Sebastián: il 32,8%.
Si aggiunge un buon numero di pellegrini a Santander e nelle località asturiane dopo Avilés.   Arrivati in Galicia, a Ribadeo, i pellegrini aumentano rapidamente.
Decide di partire da Baamonde, località a 102 km da Santiago, l’8,8% dei pellegrini.


Cammino Portogheseportoghese
Davvero pochi, appena il 4,7%, sono i pellegrini che iniziano il cammino a Lisbona.  Pochissimi, appena lo 0,7%, si aggiunge a Fatima.  A Porto il numero diventa consistente (32%) e si fa rafforza a Ponte de Lima ma, come accade per il Cammino Francese, la “febbre dei 100 km” si fa impressionante a Valença do Minho / Tui: addirittura il 44,3% di pellegrini parte da qui.


Via de la PlataPlata
E’ il più lungo dei cammini principali.  A Sevilla parte il 30,3% dei pellegrini, all’incirca come nel Cammino del Nord. Qualcuno, pochi in verità, si aggiunge a Merida e a Caceres.   A Salamanca la percentuale sale al 43,4%.   I pellegrini continuano a crescere costantemente ma con numeri in assoluto modesti da Zamora.   Nei paesi della Galicia fra Laza e Orense, capitale di una provincia della Galizia e distante 103 km da Santiago, si assiste all’ennesima “esplosione” di pellegrini: 42,2%.


Cammino PrimitivoPrimitivo
I dati i questo cammino sono nettamente diversi dai precedenti.  Consideriamo che il Cammino è relativamente breve (316 km), che la città di inizio è Oviedo, capoluogo delle Asturias e luogo di pellegrinaggio importante (cattedrale del Salvador) e che gli ultimi  54 km coincidono con il cammino Francese.
Da Oviedo parte il 56,6% dei pellegrini.  La percentuale cresce costantemente.  C’è un impennata a Lugo, 105 km da Santiago. provocata dagli aficionados dei 100 km, ma è una quota, rispetto agli altri cammini, modesta: 27,1%.


Conclusioni

I dati sono chiarissimi: inutile commentarli.   Resta una legittimo interrogativo: come è composta questa popolazione che affolla gli ultimi 100 km?   Chi sono in prevalenza, spagnoli o stranieri?  E tra gli italiani quale è la percentuale?  E perché molti scelgono di percorrere solo gli ultimi 100 km?  Lo fanno per mancanza di altro tempo?   perché ritengono di non avere la forza per un cammino lungo? o pensano che comunque non valga la pena percorrere tutto il cammino visto che si può ottenere la compostela con il minimo dispendio di tempo e di energia?

Non ho risposte a queste domande.   Posso solo fare qualche valutazione basandomi sulla mia esperienza.
Chi percorre gli ultimi 100 km è, secondo me, in gran parte spagnolo o portoghese: il loro approccio è diverso da chi proviene da altri paese europei e, a maggior ragione, da paesi extraeuropei.   Non solo spagnoli e portoghesi sono avvezzi al “cammino di una settimana” ma addirittura al “cammino di un fine settimana”: d’altra parte per loro gli spostamenti per arrivare all’inizio del cammino sono in generale minimi.   Rovesciando il discorso è naturale che chi parte da altri paesi sobbarcandosi l’onere economico ed il tempo molto più lungo sia portato ad allungare i tempi del cammino, a concentrare in un unico periodo una esperienza che, abitando in Spagna, sarebbe possibile frazionare in diverse partenza.
Occorre inoltre considerale che il cammino di Santiago ormai è diventato “di moda”: alcuni, spero non moltissimi, lo fanno “… perché lo fanno tutti”, “… perché mi hanno detto che è bello”.   Chi ha queste o simili motivazioni è ovviamente portato a minimizzare tempo e sforzi per ottenere la compostela che diventa, paradossalmente, trai principali motivi (quando non il principale) di un viaggio a Santiago.
Credo che queste ultime spiegazioni possano per molti casi essere valide.   Non sono però, per fortuna, esaustive: il percorso interiore che porta a decidere di compiere l’esperienza del cammino è spesso molto più importante e profondo e non viene quindi ricondotto ad un banale e superficiale calcolo di convenienza.