San Giacomo degli Schiavoni (Campobasso)
La Chiesa valdese di San Giacomo sorge nel 1902 grazie alla testimonianza di venditori ambulanti (i “colportori”) delle Sacre Scritture e anche all’opera di sangiacomesi di ritorno dagli Stati Uniti d’America ove avevano conosciuto la fede evangelica.  Il periodo più significativo per la vita di questa chiesa evangelica (che all’origine contava circa 100 adulti) è quello a cavallo delle due guerre  mondiali.  La Chiesa valdese visse un periodo di grande vitalità, ma anche di momenti difficili in particolare riguardo alla propria libertà di azione. Sia le autorità di polizia (il Prefetto e il Questore di Campobasso) sia le autorità della Chiesa cattolica romana, cercarono con vari mezzi di bloccare o di sopprimere l’opera evangelica di questa comunità. Ma la vitalità evangelica non si spense. Quello che maggiormente ha danneggiato la Chiesa valdese di San Giacomo fu la disoccupazione nel secondo dopoguerra. Un numero considerevole di membri di Chiesa dovette emigrare al nord d’Italia o in Svizzera o in Germania. Oggi la comunità è composta da poche famiglie e solo in estate vi è un significativo aumento di fratelli e sorelle che ritornano in paese per il periodo delle vacanze. Un vero tempo di libertà religiosa è iniziato da pochi anni.

Pietracatella (Campobasso)
Chiesa di San Giacomo.  La costruzione di questa chiesa fu voluta dalla famiglia Del Vasto, nel XII secolo. La struttura fu edificata sulla cripta di S. Margherita e in parte anche sulla roccia. Un passaggio riservato ai feudatari collegava la chiesa al castello poligonare che era posizionato alle sue spalle.  Sulla cripta è collocato un cimitero di epoca paleocristiana che dopo l’Editto di Costantino venne adibito ad ossario.
La chiesa insieme alla fortezza fu edificata per far fronte agli attacchi dei nemici.  La chiesa è in stile romanico e pugliese; nel suo aspetto e’ simile alla Basilica di San Nicola di Bari.  La facciata presenta una sola finestra con apertura stretta con due occhioni laterali, conferendole l’aspetto di una chiesa in stile normanno.  Successivamente la facciata fu particolareggiata con l’aggiunta di una seconda finestra ad apertura stretta. Nella parte bassa della facciata vi è l’ingresso alla cripta di Santa Margherita.
La chiesa superiore si apre con due porte laterali e una nella parte centrale.   Il portale collocato nella parte meridionale, riservato ai feudatari, è il solo ad avere qualche elemento decorativo.
All’interno la chiesa presenta un’unica navata, formata da quattro campate con coperte da volta a crociera nonché divise da archi ogivali.  Le campate sono dissimili, vale a dire che due sono quadrate e due sono rettangolari.  E’ priva di decorazioni.
Sulle pietre che formano l’arco della campata d’ingresso  sono state da poco rinvenute delle lettere dell’alfabeto fenicio e punico.
La chiesa accoglie un Crocifisso ligneo di XII secolo.  La cripta a differenza della chiesa, ha le pareti affrescate, anche se in alcuni punti a causa dell’umidita’, alcune parti sono andate in rovina.  Il tema affrescato che attualmente e’ ancora visibile nella sua conservazione e’ la Nativita’.
All’interno della chiesa vi è anche un’altare risalente al periodo romanico che fu realizzato in un unico blocco di pietra.

Santa Croce di Magliano (Campobasso)
Chiesa di San Giacomo, riaperta al culto nel 2012.    Costruita nella prima metà del settecento, è ad unica navata.

Agnone (Isernia)
Chiesa di San Giacomo apostolo.   Denominata anche della SS. Trinità, è stata edificata nel XIII secolo ma il suo campanile risale al 1895. Si trova in Piazza Plebiscito, dove convergono le principali direttrici viarie di Agnone. Sulla stessa piazza si affacciano anche, l’uno di fronte all’altro, il Palazzo del Governatore (ex Pretura) e il Palazzo dei Conti Martisciano (poi Bonanni), con uno splendido portale catalano.

Roccamandolfi (Isernia)
Chiesa di San Giacomo Maggiore.  E’ una bella chiesa barocca dall’interno ad una sola nave. Vi si venera S. Liberato, il cui corpo fu traslato dal principe Pignatelli dalle catacombe romane per essere sistemato nel luogo più importante della chiesa, al disopra dell’altare maggiore.
Entrando si rimane certamente meravigliati nel bagnare la mano nell’acquasantiera rinascimentale perché un serpente attorcigliato giace sul fondo del catino a significare che esso, come il peccato, è condannato in eterno a sopportare l’acqua santa che lo copre. Ed il fedele sappia che, comunque, è sempre in agguato. Un bel numero di statue attestano che non solo S. Liberato è venerato a Roccamandolfi. E se anche vi è il busto settecentesco di S. Giacomo il Maggiore, titolare della chiesa, di fatto S. Liberato è il centro della venerazione locale.
La chiesa di S. Giacomo, con il campanile posto a lato del portale costituisce con la facciata laterale il limite fisico di uno spazio urbano che sembra aprirsi nella vallata, venendone poi impedito dalla montagna che le è di fronte. Quella montagna è talmente vicina che costringe chiunque si fermi in piazza a cercare una sorta di liberazione solo rivolgendo lo sguardo verso il cielo. (da http://www.francovalente.it/2007/09/14/roccamandolfi/)

Filignano (Isernia)
Chiesa di San Pasquale, costrutita nel 1778 e in origine dedicata a San Giacomo.