Soccher, frazione del comune Ponte nelle Alpi (Belluno)
San Giacomo è il patrono di questa frazione. Alcune associazioni (frazione Soccher, Gruppo tutte le età, G.A.S. Socchera, Accanto all’anziano e …) in collaborazione con il Comune di Ponte nelle Alpi, la Parrocchia di Cadola e le frazioni dell’Oltrerai, in occasione della festa patronale organizzano “Il cammino della Solidarietà – sui passi di San Giacomo”. Un incontro pellegrino che coinvolge pellegrini di Santiago e non, in una “camminata” di tre ore circa che si snoda sulle vecchie stradine che collegavano le frazioni della zona. Alla partenza ad ogni partecipante vengono consegnati il “bordone” e un fac simile di “Credencial”.
Al passaggio di ogni frazione viene posto il “sello” sulla Credencial  e offerto un piccolo rinfresco mentre le piccole e vecchie chiesette per l’occasione vengono tirate a lucido e aperte per la visita. Il tutto si conclude verso le 10.00 di sera con l’arrivo nella chiesetta della parrocchia dedicata appunto a San Giacomo per una preghiera un canto comune.  http://www.pellegrinibelluno.it/serateCammino/camminataCadola.asp 
(segnalazione di Oriano info@pellegrinibelluno.it)

Feltre (Belluno)
Chiesa di San Giacomo. La chiesa sorse, presumibilmente agli inizi del XV secolo, sul tracciato delle mura medievali. Si tratta di un edificio semplice, a navata unica, che nulla o quasi conserva del suo aspetto originario. L’edificio fu arricchito alla fine del Quattrocento (1480-81) da alcuni interventi pregevoli. Tra questi l’esecuzione dello splendido portale lapideo “a candelabre” di stile lombardesco, molto simile a quello della chiesa di San Lorenzo (Battistero), e della lunetta affrescata sovrastante. La lunetta, che raffigura una “Madonna con Bambino tra San Giacomo e San Vittore”, è di scuola vivariniana ed è una delle più antiche testimonianze affrescate della città, sopravvissuta all’incendio e alla distruzione che coinvolsero Feltre nel 1509-10, durante la guerra della Lega di Cambrai contro Venezia e i suoi alleati. La chiesa di San Giacomo subì una radicale trasformazione verso la metà dell’Ottocento, quando, su progetto dell’architetto G. Seguisini, interno ed esterno furono rifatti secondo canoni neo-classici; i lavori di ristrutturazione, resisi necessari per le precarie condizioni dell’edificio, furono eseguiti dal 1856 al 1865. Nel 1877 l’architetto G. Berton progettò la nuova facciata, salvando fortunatamente il prestigioso portale e l’affresco. In questa occasione il pittore G. Sommavilla eseguì il grande lunettone dipinto sulla facciata, raffigurante San Giacomo. Nel 1947, sotto il presbiterio, fu ricavata la cripta dedicata a Santa Rita da Cascia. All’interno sono conservate una tavola di autore ignoto cinquecentesco, attribuita prima a Pomponio Amalteo e poi a Gerolamo Lusa, raffigurante una “Madonna con Bambino e Santi”; un’urna lignea, detta “Custodia di Santa Teodora”, scolpita da A. Brustolon nel 1695 per le monache del soppresso convento di San Pietro in Vinculis e qui trasportata nel 1807; un altare barocco in marmo, proveniente dal distrutto monastero di Santa Chiara; un grande Crocifisso ligneo proveniente, secondo le cronache locali, da un altro monastero soppresso: quello francescano di S. Spirito.
(segnalazione di bardieg@libero.it)

Battaglia Terme (Padova)
Chiesa parrocchiale di San Giacomo. Sulla facciata vi è una grand lapide risalente al 1332, scritta in gotico maiuscolo, nella quale si fa riferimento agli uomini che furono i promotori della fondazione della chiesa.  ALtre notizie sul sito http://www.comune.battaglia-terme.pd.it/index.php?option=com_content&view=article&id=57:chiesa-di-san-giacomo&catid=18:storia-ed-arte&Itemid=14
(segnalazione di Cristina (cristina.nanti@gmail.com)

Fratte di Santa Giustina in Colle (Padova)
Chiesa parrocchiale a Fratte di Santa Giustina in Colle in … Piazza San Giacomo!  E’ nominata nella decima papale del 1297.   Il cardinale Rezzonico, nel 1744, la trovò capiente, ad una sola navata, in stile rinascimentale. In tempi più recenti, è stata ampliata con la ricostruzione del presbiterio e della sacrestia. Ha un’armoniosa cupola ed il soffitto a cassettoni è stato rinnovato negli anni Trenta. Inserito sul portale di mezzogiorno, presenta un piccolo frontone in pietra con l’immagine di S. Giacomo, affiancato da due stemmi e da un’iscrizione del XVI secolo, di pregevole fattura
(segnalazione di Elisabetta e.ceccato2@virgilio.it)

Monselice (Padova)
Chiesa di San Giacomo con annesso convento dell’Ordine Francescano Minore, Fu per creare un ospizio per poveri e pellegrini che nel 1162 il comune di Monselice donò a Guido, canonico di Ferrara, un terreno incolto. Intitolato a Giacomo, patrono dei pellegrini, nel 1221 è indicato come monasterium  femminile dei Benedettini albi. La primitiva chiesa fu ampliata e consacrata nel 1332. Nel 1420 il vescovo Pietro Marcello sostituì le monache con i canonici regolari di San Giorgio in Alga, a loro volta soppressi da Clemente IX nel 1668. Acquistarono  chiesa e convento i Riformati di San Francesco nel 1677, allontanati da Napoleone; nel 1840 il duca Francesco IV di Modena li diede in uso ai Francescani. Dopo le “leggi eversive” del 1866 l’arciduca Francesco I d’Austria fece valere il  suo diritto di proprietà, riebbe e restaurò la chiesa e cil convento e nel 1874 li riconsegnò ai Francescani che nel 1894 ne divennero proprietari. Nel 1933 nella chiesa fu inaugurata la cappella di Sant’Antonio di Padova. Dal 1966 San  Giacomo è parrocchia.
Nel presbiterio di San Giacomo è la Sacra Famiglia con San Giovannino, databile tra fine ‘500 e inizio ‘600, che la critica assegna al vicentino Giambattista Maganza o al padovano Dario Varotari. Il XVII  secolo è rappresentato da due teleri del fiammingo Michel Desoubleay: la Vocazione di San Giacomo e San Giovanni Evangelista e la Trasfigurazione sul monte Tabor, entrambi caratterizzati da un vivace cromatismo  unito a una salda definizione delle figure.

Colfrancui di Oderzo (Treviso) 
A poca distanza dalla bella città archeologica di Oderzo, sulla rotta che conduceva al traghetto per l’attraversamento del fiume Piave, immersa nel verde della campagna veneta fra acque gorgheggianti e fresche, sorge il tranquillo paesino di Colfrancui, con la sua famosa muttera tombale e la bella chiesa dedicata all’Apostolo Giacomo il Maggiore.
Cenni storici tratti da note di Eno Bellis.  È una chiesa certamente antica, visto che si trova già nominata in una Bolla Pontificia di Papa Lucio III (Quoties et nobis petitur) del 18 ottobre 1185, è nominata la Plebs S. Joannis de Opitergiuo et capella Curtis Franconis) detta in seguito Colfrancudo (I.I234) e Col Francui (a.1500) (dal nome di persona germanica Franc).
Purtroppo come quasi sempre accade, sono scarsissime le notizie cui è possibile accedere nei riguardi di queste chiese, ma si può con qualche sicurezza, assegnare la sua nascita agli anni attorno al 1000.  La chiesa di stile romanico; misura metri 15 per 30.  Era una volta ad una sola navata e aveva tre altari ( un quarto fu eretto nel 1754 a San Filippo Neri, ma non esiste più ).   Fu restaurata ed ampliata delle navate laterali, nel 1926, su disegno dell’arch. Prof. Luigi Candiani di Treviso.   Il vecchio e massiccio campanile, alto metri 30, dallappuntita cuspide ottagonale, è addossato, e fa da ingresso al centro della facciata della Chiesa, rendendola particolarmente tipica.  All’interno, sopra il portone d’ingresso, vigila un bel dipinto di San Giacomo Apostolo.   vedi foto
(segnalazione del pellegrino Bruno bruno_cendron@virgilio.it)

Caonada, frazione del comune di Montebelluna (Treviso)
C’è una chiesa dedicata San Giacomo di Caonada, un piccolo e sicuramente antico centro abitato che sorge fra la cittadella di Montebelluna e la collina del Montello, sulla rotta che il gli antichi pellegrini e viandanti, provenienti dal Tirolo, percorrendo la via della Valsugana e inerpicandosi poi per le scale di Primolano (antico passo ora non più molto frequentato data la realizzazione della nuova galleria) raggiungevano la pianura del Veneto Orientale e raggiungere Venezia.  vedi foto
(segnalazione del pellegrino Bruno bruno_cendron@virgilio.it)

Follina (Treviso)
A poche centinaia di metri dal centro di Follina, un ridente paesino adagiato ai piedi delle prealpi Venete, c’è la via San Giacomo che prende il nome dalla chiesetta dedicata per l’appunto all’apostolo.  Dal poco che si sa sembra che l’abside della chiesetta è ciò che resta di una antica torre di avvistamento risalente ad epoca romanica, posta a difesa di un insediamento urbano o castro romano che sorgeva con molta probabilità dove ora sorge il Castelbrando. Sul lato sud, sono visibili i segni della porta di accesso alla torre ora parzialmente ostruita. (segnalazione del pellegrino Bruno bruno_cendron@virgilio.it)

Rolle, frazione del Comune di Cison di Valmarino (Treviso)
Questa piccola chiesa ha origini molto antiche; un atto di papa Innocenzo III (4 giugno 1209) stabilisce il possesso della chiesa di San Giacomo il Maggiore al priore di Santa Maria Maggiore.     Più o meno di quel periodo le prime attestazioni documentarie relative al centro abitato.  All’internp un’antica pala della I metà del’600 di autore ignoto, forse Frigimelica o Rosati. Fu restaurata nel 1736 da Egidio Dall’Oglio, che la ampliò. Si vedono S.Giacomo con una cappasanta sul mantello. Dunque già nel XIII secolo esisteva Rolle ed anche una piccola Chiesetta dedicata a S. Giacomo Apostolo, sottoposta alla giurisdizione religiosa di Santa Maria Maggiore di Treviso e di conseguenza ai Monaci Benedettini, fino al 1600 circa quando l’abbandonarono, presumibilmente in cattivo stato, perché in seguito fu ampliata e restaurata, o forse, è meglio dire ricostruita perché il Vescovo Marco Agazzi diede il permesso al Parroco di Cison di Valmareno, Don Domenico Salomon, di benedire la prima pietra il 24 giugno 1700. L’edificio, che risulta essere l’attuale, è costituito da un’unica navata in stile barocco e di dimensioni abbastanza contenute: misura m 7.80 per 16.60. Attualmente è gestita dal Curato Don Gianpietro Zago (prete operaio attualmente pensionato) che con tanta passione si dedica ad essa e alle anime della piccola comunità. vedi foto
(segnalazione del pellegrino Bruno bruno_cendron@virgilio.it)

San Giacomo di Veglia, frazione del Comune di Vittorio Veneto (Treviso)
Chiesa di San Giacomo. La chiesa parrocchiale dedicata al santo patrono è posta all’intersezione della Statale Alemagna con la Provinciale 71, dove si forma una piazza, sulla quale la chiesa guarda, assieme al monastero e agli altri edifici del centro. Parrocchia dal primo decennio del Settecento, essa deve la forma attuale a interventi del XIX secolo. La facciata a capanna, con timpano contenente un piccolo rosone, è disadorna e priva di finestre; quattro lunghe lesene fanno da unico decoro assieme a una cornice rosa    vedi foto(segnalazione del pellegrino Bruno bruno_cendron@virgilio.it)

Castelfranco Veneto (Treviso)
Chiesa dedicata a San Giacomo, di forma bizantina con l’altar maggiore rivolto ad Est, collegata ad un complesso monasteriale.   Recentemente sono state scoperte e restaurate 18 tombe databili in un arco di tempo che va dalla fine del XV secolo e l’inizio del XVII secolo.  Nel 1730 le tombe erano state ricoperte con l’edificazione della chiesa attuale.
(segnalazione di Marco marcobaggio@eard.it)

San Giacomo, frazione di Roncade (Treviso)
San Giacomo era chiamato anche Selva o Selvania a ricordo della fitta boscaglia che si ergeva  nella località, ma era pure chiamato Arsòn (terra arsa).  Fin dal 1200 vi è in S. Giacomo una cappella, nominata nella bolla di Papa Gregorio IX (1231) e riconosciuta dall’Abate di Nervesa, valeva allora lire tre.  Era dedicata a San Giacomo il Maggiore, patrono dei Pellegrini, sorgendo accanto ad un Ospizio, (casa Ruminato) per la ospitalità dei pellegrini in cammino verso Roma o altre mete.Nel tempo la chiesa però venne distrutta dal fiume che scorre adiacente così che la residenza ed i diritti del beneficio vennero trasferiti in Sancivran; una chiesa antica con campanile e cimitero. Ma il 12-6 1505 è per San Giacomo una data importante in quanto il nobile patrizio veneziano Antonio Giacomo Tiepolo, che abitava al campiello di Santa Sofia in Venezia, restaura la chiesa che da tanto tempo era quasi distrutta ed abbandonata, la rinnova dalle fondamenta dotandola di alcuni beni per il sostentamento del sacerdote.
Nel giorno del titolare, 25 Luglio, viene celebrata una santa messa con la viva partecipazione dei fedeli residenti e molti nostalgici del passato.  vedi foto
(segnalazione del pellegrino Bruno bruno_cendron@virgilio.it)

San Giacomo di Musestrelle, frazione di Carbonera (Treviso)
Il Veneto è una terra ricca di fiumi, e dove non c’era la possibilità di costruire dei ponti stabili che resistessero alle improvvise e travolgenti piene, si provvedeva come in questo caso, all’avventuroso attraversamento in barca, fra isolotti e rami noti ai traghettatori. Dopo l’obbligatorio attraversamento del fiume Piave, a la barca di Lovadina, e raggiunto il paese di Maserada, seguendo il corso del fiume Musestre per raggiungere Quarto d’Altino, si giunge alla parrocchiale di San Giacomo di Musestrelle.
Del suo passato scarne sono le notizie giunte fino a noi.  Si sa che la chiesa venne eretta ex novo sullo stesso luogo della preesistente intorno all’anno 1662 mentre il coro venne costruito nell’anno 1751. Più o meno attorno allo stesso periodo anche la torre campanaria venne  riparata e ammodernata, come possiamo vedere nella straordinaria realizzazione quasi fotografica, nelle due versioni, prima e dopo, eseguiti dal pittore Anto Beni e riportanti la data 1891, qui sono ancora rappresentate le mura di cinta del sagrato, ora non più esistenti.  vedi foto
(segnalazione del pellegrino Bruno bruno_cendron@virgilio.it)

Giavera del Montello (Treviso)
La chiesa è dedicata a San Giacomo il maggiore e a San Cristoforo, ma delle sue origini ben poco si sa, nonostante che proprio qui nacque il più referenziato storico della Chiesa trevigiana fino ai primi del Novecento, Carlo Agnoletti.  Come si legge nella recente pubblicazione sulla storia del paese egli stesso procedette nelle sue indagini per analogia, non potendo contare su precisa documentazione storica.  Va detto che la fantasia dello storico, che faceva ascendere l’origine della chiesa locale all’iniziativa di non meglio precisati “pellegrini”solo per il fatto che i patroni sono i santi Giacomo magg. e Cristoforo, non trova e non può trovare condivisione; è più probabile, invece, che lo sviluppo di una prima domus ecclesiae, retta da un presbitero, più che a improbabili pellegrini di passaggio sia da collegare all’esistenza di un nucleo comunitario che viveva in loco coltivando campi e boschi).
Dietro alla chiesa, nella croce granitica posta all’ingresso del cimitero Inglese a ricordo dei caduti del 1915/18, si può notare la Croce Spada di San Giacomo.  vedi foto
(segnalazione del pellegrino Bruno bruno_cendron@virgilio.it)

Venezia 
1. La fondazione originaria della chiesa di San Giacomo dall’Orio, una delle più antiche e suggestive di Venezia, sembra risalire al IX-X secolo, quando nella zona allora chiamata “Luprio”, toponimo da qui deriva l’attuale nome di Orio e la cui radice significa “suolo paludoso”, fu costruito un primo edificio religioso. La dedicazione a San Giacomo è probabilmente dovuta invece all’influenza delle correnti di pellegrinaggio verso il santuario di Santiago de Compostela e allo stretto legame esistente al tempo con i territori della penisola iberica.
Nel corso dei secoli la chiesa subì delle profonde trasformazioni, a partire dalla totale ricostruzione su pianta basilicale avviata nel 1225 fino ad arrivare ai rifacimenti di fine trecento-inizi quattrocento, che portarono all’attuale impianto planimetrico a tre navate.
La chiesa raccoglie testimonianze artistiche risalenti ad epoche più diverse, delle quali un primo esempio è costituito dall’antica acquasantiera quadrilobata in marmo anatolico, data e provenienza sono imprecisate, anche se si ipotizza, sia una delle tante spoglie giunte a Venezia con la quarta crociata del 1204, sull’altare di Sant’Antonio la Madonna con Bambino e santi, ultima opera di Giambattista Pittoni, mentre di fronte ad essa si trova la famosa colonna in marmo verde con capitello ionico ricordata da Ruskin e D’Annunzio nei loro scritti e proveniente con ogni probabilità da Bisanzio.    Al termine della navata sinistra si trova un pulpito cinquecentesco a calice e alla fine, due tele di Jacopo Palma il giovane con una bella rappresentazione del miracolo di Santo Domingo de la Calzada. vedi foto
(segnalazione del pellegrino Bruno bruno_cendron@virgilio.it)
2. Detta carinamente di “San Giacometto” dalla gente della città per le sue modeste dimensioni, quasi passa inosservata ai più che si apprestano all’attraversamento del Canal Grande imboccando il ponte di Rialto.La sua fondazione risalente al XI secolo, è probabilmente legata alla nascita del mercato di Rialto, avvenuta nel 1097, a testimonianza di questo legame è l’iscrizione del XII secolo incisa sull’abside esterna, che richiama i mercanti all’onestà e alla lealtà.La tradizione popolare vuole che si tratti di una delle chiese più antiche e originali della città, che i successivi rimaneggiamenti del XVI e XVII secolo non hanno intaccato.
L’interno, amorevolmente curato dal sig. Paolo, è un rettangolo con uno schema a croce e una cupola centrale, che sarà ripreso nell’architettura del quattrocento e cinquecento,
Sulla facciata principale con campanile a vela, risalta l’originale orologio meridiana e il porticato gotico, unico esempio rimasto in città, arricchito di bellissimi capitelli.    vedi foto
(segnalazione del pellegrino Bruno bruno_cendron@virgilio.it)
3. Riporto la interessante ricerca fatta da Maurizio Memo (mauriziomemo@gmail.com) sul culto di San Giacomo apostolo a Venezia.   Oltre alla due chiese sopra citate sono recensite chiese ora scomparse, tele e statue dedicate a San Giacomo presenti in altri luoghi della città.   Clicca qui per scaricare

Chioggia (Venezia)
Basilica di San Giacomo Apostolo.   Ha il titolo di “basilica” perché ospita un’icona molto venerata, “La Madonna della navicella”, ritrovata dopo un’apparizione della Madonna con il corpo di Cristo piagato dai peccati dei chioggiotti, dal povero ortolano Zalon sulla riva della spiaggia di Sottomarina nel 1508.   Maggiori informazioni sul sito http://www.sgiacomoapostolo.altervista.org/storia_della_chiesa.html.    Vedi foto
(segnalazione di Massimo susinac@libero.it)

Possagno (Treviso)
Chiesa dedicata a S.Giacomo il Maggiore Pianta rettangolare con sacrestia. Facciata a tetto a capanna. Abside rivolta ad oriente. Campanile nell’ambito della struttura. Contorno con sopra apertura finestra a semicerchio. Statua lignea di S. Giacomo (Goffredo Moroder) 100×25 cm. Legno dipinto a stucco bianco con fili in oro. Da noi è considerato il patrono dei bovari e dei pascoli montani perché la sua festa (il 25 luglio) cade a metà della stagione dell’alpeggio e si stabiliva l’affitto ai proprietari della montagna in base al latte prodotto in quel giorno. Tratto da “RELIGIOSITA’POPOLARE A POSSAGNO”
Segnalato da Lucia (vardabasso_1955@libero.it)

Caselle de’ Ruffi, frazione del comune di Santa Maria di Sala (Venezia)
Chiesa di San Giacomo con statua del santo nel giardino e ritratto dietro l’altare maggiore.  All’interno, sopra il portone d’ingresso, vigila un bel dipinto di San Giacomo Apostolo. vedi foto     Dettagliate informazioni sul sito della parrocchia  http://www.parrocchiadicaselle.com/it
(segnalazione del pellegrino Bruno bruno_cendron@virgilio.it)

Vago di Lavagno (Verona)
Chiesa di San Giacomo del Grigliano.  Legata alla via dei pellegrinaggi resta la maestosa mole delle absidi di una chiesa gotica posta sul colmo di un piccolo colle: una gran costruzione che, almeno da noi, appare insolita in un paesaggio rurale e più adatta piuttosto ad un paesaggio urbano. Si tratta della chiesa di San Giacomo del Grigliano, voluta a furor di popolo dai Veronesi alla fine del Trecento, quando parve che sul colle, alla base del campanile di un’antica cappella, fosse venuta alla luce un’urna marmorea contenente nientemeno che i resti mortali dell’apostolo Giacomo. In realtà un’antica chiesa di San Giacomo qui esisteva già dall’età romanica. Ma le fonti archivistiche e le testimonianze storiche sulla chiesetta si fanno abbondanti soprattutto in relazione alla scoperta delle reliquie attribuite all’apostolo, avvenuta nel 1395 per opera del contadino Filippo da Lavagno, e alla costruzione della nuova chiesa, voluta dalla popolazione veronese e autorizzata da Papa Bonifacio IX, opera dell’architetto Nicolò da Ferrara, già al soldo di Cansignorio della Scala. L’opera, grandiosa, s’interruppe alla costruzione delle sole absidi, affini ad altre delle chiese di Verona del periodo gotico, ed in particolare a quelle di Santa Anastasia.
Numerosi sono gli affreschi qui conservati della fine del ’300 e della prima metà del’400 – ruotanti attorno alla figura del frescante Martino da Verona, discepolo di Altichiero. Vari affreschi, staccati e restaurati, sono collocati oltre che all’interno della chiesa nella vicina villa Milani. Ma l’arredo della chiesa è completato da varie opere di produzione artigianale veronese come altari e paliotti, sculture in legno e in pietra e mobili d’arredamento, di epoche successive.
Altre informazioni su http://www.verona.com/it/Guida-Verona/Lavagno/ e http://www.oasisangiacomo.com/storia.html
(segnalazione di patrizia.ba@tiscali.it)